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STENTERELLO
Su un'ampollosa lapide murata nel chiostro della chiesa di Ognissanti si legge essere stato Luigi Del Buono il commediografo e il creatore della maschera di Stenterello. La lapide, scritta e commissionata dal Del Buono quando era ancora in vita, è datata 1826. Luigi Del Buono nacque a Rifredi presso 'Il Palagio' a due passi da Santo Stefano in Pane, il 20 aprile 1751. Lasciò la professione di orologiaio nel 1782 per intraprendere la carriera di attore ove, gran successo ebbe la maschera di Stenterello che il Del Buono rappresentava con commedie ispirate alla novellistica fiorentina scritte da lui stesso. Morì il 30 ottobre 1832 nella sua casa in Borgo Ognissanti vicina al suo teatro preferito e tuttora esistente al n. 4: Firenze non aveva una maschera che la rappresentasse e Stenterello colmò subito questa lacuna entrando nel novero delle maschere italiane. La maschera Stenterello nasce in un clima di completa decadenza cittadina ove di fronte ai bagliori riformisti del granduca Pietro Leopoldo, i fiorentini - oramai avvassallati al bigottismo del regime tardo-mediceo - chiusero gli occhi ed anche gli orecchi.
Stenterello è la figura di un bacchettone; il suo intero nome è Stenterello Porcacci, detto anche Buacenci e, nonostante filosofeggi sulla sua miseria economica, resta la figura di un servo con i pantaloni infilati nei calzettoni ed il codino simbolo di sudditanza. Tanto per rendersi conto di cosa rappresentassero questi avvilenti simboli traggo una nota del Bacciotti da 'Memorie Storiche', a proposito del comportamento di alcuni toscani successivamente la Rivoluzione Francese: «Ad un tratto gli alberi della libertà vengono piantati per la prima volta in Toscana, ed i giovani che si mozzarono la coda e si allungarono i calzoni, e le donne che si scollaccioarono da tutte le parti; vi danzarono intorno ebrifestanti». In Stenterello la tradizione fiorentina, orgogliosa, severa e di grandi bestemmiatori viene falsata con un frasario ipocrita quale: 'maremma cane', 'per mio', 'per la madoccina' ed addirittura 'cischero' invece dello schietto bischero. Stenterello, codino e servile, si tronca la schiena in riverenze e riverisce tutti anche coloro che lo prendono a pedate nel sedere. Il successo di Del Buono-Stenterello fu assai lungo. Jarro che ne tracciò la biografia racconta: «Era famigliare con alcuni gran signori. I marchesi Viviani lo accoglievano come un amico nella loro villa di Rubbiana, ove avevano un teatro ed in altra villa con teatro presso Brozzi. Ivi gli faceva molti dei suoi lavori». Nel teatro di Brozzi, non identificato, è ambientato il secondo atto delle 'Convenienze Teatrali' opera scritta e musicata da Gaetano Donizetti dopo il 1832.
Con l'unità d'Italia, Stenterello, figura di retaggio granducale, cade in disuso; non compare nemmeno fra le famose maschere italiane del teatrino di Mangiafoco, 1881, da Collodi ambientato sulla piazza di Peretola, ove Pinocchio viene subito riconosciuto da Arlecchino, Rosaura e Pulcinella come uno di loro. Sembra questo un tentativo di Collodi di dar vita ad una nuova maschera più fiorentina e più attuale. Stenterello, dimenticato dai fiorentini chiaramente non rappresentati, cade nell'oblio fino ai primi del Novecento ove sembra rivivere attraverso le interpretazioni di Ugo Pecchioli di Quaracchi. A tal proposito, due note su 'il Bisenzio' del 7 e 23 luglio 1912 c'informano su questo nuovo personaggio sulle scene dell'arena G. Verdi a Peretola: «Fino da qualche settimana per la Compagnia 'Città di Firenze' ha iniziato le sue rappresentazioni. Essa è diretta dai sigg. Ugo Pecchioli e Alfredo Gandi; il primo interpreta con molta disinvoltura ed abilità la maschera di Stenterello sì da far sempre riuscire gradita e desiderata questa parte». Successivamente, sempre al Verdi di Peretola: «Domenica prossima 21 corr. verrà rappresentato 'Il reo in carrozza e l'innocente in galera' da noi poco e punto conosciuto ma al quale vien dato, da ch'io ho visto, un apprezzamento molto lusinghiero. Si prevede un forte concorso anche perché domenica stessa è la serata d'onore del direttore sig. Ugo Pecchioli». Con più precisione ci documenta un volantino propagandistico dell'arena G. Verdi di Peretola per lo spettacolo 'Stenterello ambasciatore a Costantinopoli' rappresentato il 23 agosto 1925.
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