CARL ORFF (1895 - 1982) - Ai problemi dell`educazione musicale Carl Orff incominciò ad avvicinarsi nel 1924 quando, in collaborazione con la moglie Dorothée Günther, fondò a Monaco la "Günther-schule" ispirata, in un certo senso, alle teorie precedentemente elaborate da Jacques-Daolcroze il cui metodo, basato sulla musica quale agente coordinatrice dei movimenti del corpo, era culminato qualche anno prima nella fondazione dell`omonimo istituto di Ginevra.
Alcuni principi sui quali si regge il metodo Jaques Dalcroze, e precisamente la ritmica, i movimenti corporali, l'improvvisazione, si trovano anche nel sistema di educazione elaborato dal compositore tedesco Carl Orff il quale, entro certi limiti, può essere considerato uno dei continuatori delle idee e delle iniziative dalcroziane secondo nuove esigenze che incominciarono ad affermarsi intorno agli anni 40.
Nell`iniziare la sua attività di didatta, Orff non tentava di applicare delle possibilità già precedentemente teorizzate, ma tentava di dar vita ad una nuova esperienza molto più personale di ciò che allora veniva definita educazione ritmica e cioè "…una reciproca compenetrazione e completamento dell`educazione al movimento e alla musica". Orff, in pratica, mirava ad approfondire le relazioni tra musica e movimento non tanto in funzione di una educazione ritmico - espressiva di tipo sostanziale corporale e mimico, quanto complessivamente musicale.
Mentre Dalcroze aveva unito strettamente lo stimolo ritmico ai movimenti del corpo, tanto che il suo insegnamento aveva trovato logico completamento e sviluppo nella ginnastica ritmica e nelle scuole di danza, Carl Orff, pur non ignorando questo aspetto, la cui funzione formatrice appare importante soprattutto nei primi corsi, sviluppò la ritmica in senso più autonomo e, grazie all`impiego di opportuni strumenti a percussione, con funzioni più concrete. Ad essi come ad altri strumenti, anche melodici, adottati da Orff, venne esteso il principio della improvvisazione che Jaques Dalcroze riservato esclusivamente al pianoforte.
A differenza di Kodàly che ha lasciato numerosi scritti riguardanti il suo pensiero pedagogico e la pratica didattica del suo "metodo corale", Carl Orff non ha mai scritto nulla intorno alla propria concezione educativa e al Schulwerk. Ne ha lasciato il compito a Fritz Reusch, autore di Grundlagen und Ziele des Orffs-Schulwerks (fondamenti e fini dello Schulwerk di Orff) e a Wilhelm Keller, autore di Einfuhrung in "Musik fur Kinder" (Introduzione a "Musica per bambini").
Nell`intendimento e secondo le affermazioni di Orff e dei suoi discepoli, lo Schulwerk non è un "metodo" nel suo senso tradizionale del termine, ma piuttosto una raccolta di suggerimenti, di esempi e di esercizi. Attraverso essi si sviluppano il senso ritmico, ci si esprime musicalmente, si improvvisano ritmi e suoni propri, invenzioni personali pervenendo infine all`esecuzione di brani ritmico-melodici.
L`impiego dell`elemento melodico e di quello ritmico non è limitato al canto vocale o agli strumenti: anzi la voce (nei limiti imposti da ragioni fisiologiche dell`età) e degli strumenti (non tutti, ma quelli che sono stati prescelti da Orff per le loro qualità timbriche e facilità di impiego) sono, singolarmente, alternatamente o insieme il tramite grazie al quale si attuano in concreto l`educazione ritmica, la formazione dell`orecchio e, in definitiva, la sensibilità e il gusto musicale.
Uno dei pregi di questo indirizzo è che il discorso non si fa mai astratto, perché l`insegnamento si svolge sempre nella pratica degli esercizi e dei brani musicali; non si parla di ritmica, ma si eseguono ritmi, individuandoli in elementi del linguaggio parlato, realizzandoli con il battito delle mani e dei piedi prima, con strumenti poi. Analogamente per il canto, che procede all`inizio entro ambiti modesti, sviluppandosi man mano.
Il punto di partenza della didattica orffiana non risiede, però, in un fatto o in elemento musicale, ma nel linguaggio. Come rivela uno studioso tedesco Ludwig Wismeyer, il linguaggio umano occupa in tutta la scuola un posto importante: esso infatti è usato in tutte le materie ma, nello sforzo di farsene uno strumento preciso sotto l`aspetto semantico, nello sforzo di appropriarsi più profondamente delle sue possibilità concettuali, si trascura di potenziarlo quale elemento di espressione umana, nel senso di forma e suono.
Se, quindi, gli elementi del linguaggio sono nello stesso tempo gli elementi della musica, sembra esatta l`affermazione di Orff, secondo cui "all`inizio di ogni esercizio musicale, sia melodico che ritmico, c`è un esercizio linguistico".
Egli si rifà perciò alla lingua madre. Dal tradizionale patrimonio delle filastrocche infantili, dalle sentenze popolari, dai proverbi dei contadini egli trae le più semplici forme e le prime formule di motivi ritmici, e vi scopre il modello delle prime creazioni melodiche: Dal parallelismo di frasi parlate e di melodie nascono prima fasi puramente ritmiche e in seguito ritmiche melodiche .
E` importante, inoltrem parlare di ritmo, anzi di ritmi, e non di ritmica, la concretezza esemplificativa essendo una delle caratteristiche salienti della raccolta orffiana.
Innanzitutto con la voce: emissione ritmica di parole e di frasi, ma anche onomatopee. Poi con le mani e i piedi. Le mani si possono percuotere tra di loro, o sulle cosce; si possono schioccare le dita, percuotere i piedi sul pavimento. Si può anche, con questi mezzi "corporali", realizzare brevi composizioni in cui si evidenziano differenti sonorità.
Ci sono disegni ritmici di base che si possono attuare con semplici strumenti a percussione, altri con strumenti a lamina. Ed è possibile effettuare canoni ritmici, o, data una proposta, improvvisare una risposta. E, ovviamente, si possono adottare degli accompagnamenti ai canti. Molto importante è il concetto di ostinato: una formula ritmica di una, due, raramente più, battute che si sviluppa lungo un intero brano, senza mai variare.
Quanto grandi e varie possibilità offra l`applicazione del ritmo, Orff lo mostra nel quinto volume dell`opera, nel quale vengono aggiunti nuovi esercizi ritmici, per vari esecutori e brani in cui si mescolano voci e percussioni.
Circa i contenuti, oltre alle sue produzioni, Orff propone principalmente forme "elementari", come l`ostinato e il rondò, e l`uso della scala pentatonica di do come ritorno alla matrice melodica primordiale senza una particolare insistenza sui contenuti concettuali. Il metodo proposto, sia pure senza indicazioni esplicite, è di tipo attivo in quanto finalizzato a "l`attivazione dell`allievo attraverso il far musica autonomo, cioè attraverso l`improvvisazione e l`ideazione di musica propria".
Tratto da: MusiCultura online (2000)
What is Orff Schulwerk?
Carl Orff - Four Short Pieces (Schulwerk)
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